GTL - Tappa 07A: San Benedetto Belbo / Murazzano

GTL - Tappa 07A: San Benedetto Belbo / Murazzano

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GTL - Tappa 07A: San Benedetto Belbo / Murazzano
Deviazione dal percorso classico della GTL, che ci permette di raggiungere Murazzano, uno dei borghi più caratteristici dell’Alta Langa, tra panorami unici e formaggi a base di pecora, che portano il nome del paese nel mondo.
 
 
San Benedetto Belbo è un luogo magico senza tempo, trasportato dalla caducità delle cose umane (il castello perduto, le case dirute, il monastero scomparso) all’eternità della letteratura maggiore, dal genio schivo e solitario del più grande scrittore italiano del dopoguerra. Non a caso le rare foto in cui Beppe Fenoglio sorride sono quasi tutte prese a San Benedetto, lui col vestito della festa che si muove sulla piazza, come un attore sul palco. Perché solo questo è oggi San Benedetto: una torre di scena in cui lo scrittore ancora e per sempre muove i suoi personaggi che sono ancora tutti lì, in quelle strade e in quelle case. Tutto qui parla di Fenoglio e Fenoglio sempre di San Benedetto ha parlato.
 
Chiudendo idealmente le pagine dei libri di Fenoglio, si torna ai pedali e, dal centro del paese, seguendo la provinciale si arriva alla Cascina Monastero, dove si imbocca il sentiero a sinistra in direzione del Lago delle Verne e, appena superato il ponte, si svolta ancora a sinistra imboccando una sterrata che porta a Cascina Maineri, percorrendo un tratto di sentiero che conduce al comune di Murazzano.
 
Murazzano, dalla caratteristica torre di pietra, è uno dei borghi più grandi e affascinanti dell’Alta Langa, giustamente famoso per la toma omonima (un formaggio DOP di pura pecora) e per conservare l’unico mulino a vento delle Langhe, ricavato da un’altra torre di guardia, situato uscendo dal centro abitato dopo il bel Santuario della Madonna di Hal, verso il cimitero. Il paese ha un concentrico bellissimo, con ancora due porte urbiche e una notevole parrocchiale. Anche qui Fenoglio ha raccontato moltissimo e nessun amante dello scrittore può uscire dal paese senza immaginarsi quella ragazza, Nella, personaggio del racconto “L’addio”, trascinata via sul carro con la famiglia di mezzadri che lasciava il paese “facendo appunto San Martino”, espressione che in piemontese significa fare trasloco, perché il 10 novembre, appunto a ridosso del giorno di San Martino si chiudevano i contratti agrari e, spesso, le famiglie di contadini si trasferivano per cercare fortuna altrove.
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NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.

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