San Bovo è la passeggiata preferita degli albesi, che sanno di trovare al fondo anche una casa amica con osteria, camere e bar, oltre a un’azienda di ippo-turismo per galoppate in Valle Belbo. I suoi boschi ripidi nascondono segreti di funghi e tartufi che i cercatori custodiscono gelosamente in taccuini segreti e cifrati come forse solo il “Libro del Comando” delle leggendarie Masche (gli spiriti dispettosi dei boschi delle Langhe).
Dal fondo della piazza di San Bovo si imbocca la strada bianca che, ripida, ci porterà al rio Grazie (l’ultimo tratto è asfaltato, e si tiene la sinistra). Di fronte si nota ancora bene uno dei tre monasteri di Castino, quello femminile delle Grazie, oggi cascina privata, mentre in alto sulla cresta a destra si scorge anche quello di San Martino, oggi azienda zootecnica; il terzo, quello benedettino, ci attende in paese. Giunti al rio, lo si supera su una curva a “U” (col cartello San Bovo) e si riprende la sterrata a sinistra per raggiungere la Valle Belbo sulla statale.
La si attraversa per prendere via Molina e, superato il ponte sul Belbo, salire su asfalto per circa 1 km a raggiungere un antico fortilizio con tanto di garitta e arco medioevale con stemma, da dove, a destra, si imbocca la mulattiera selciata che sale erta fino al borgo di Castino, tra prati e nocciole (attraversa un paio di volte l’asfalto, ma di fatto corre diritta come tutte le mulattiere).
NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.