GTL - Tappa n.01: Castino-Cortemilia

GTL - Tappa n.01: Castino-Cortemilia

GTL - Tappa n.01: Castino-Cortemilia
Un percorso in cresta alla scoperta di un passato che ci parla di torri, castelli e fortezze difensive. Oggi si ammirano i terrazzamenti opera dell’uomo e si cammina accanto ai noccioleti, che regalano uno dei frutti più dolci di queste terre alte.

 
Punto di partenza del percorso è il paese di Castino, un incrocio fondamentale, non solo geografico o viario, ma anche, e forse maggiormente, etnografico e culturale. Qui la Langa del Vino lascia il passo a quella della nocciola, così come le atmosfere poetiche di Cesare Pavese si spogliano nel realismo crudo di Beppe Fenoglio. 

 

Qui il mattone cede definitivamente alla pietra e i poderi diventano piccoli, le case basse e misere, i borghi minuscoli. Qui la vita è rimasta tenacemente attaccata a poche giornate di terra, come l’edera resta abbracciata ai terrazzamenti eretti per poterla coltivare.

Dalla piazzetta centrale del paese, nei pressi della fontana, si percorre la breve rampa di ia Negro, quindi si imbocca Via San Rocco. Alla biforcazione successiva si sale a destra fino al termine dell’asfalto e, su uno degli ultimi tratti di strada acciottolata, si guadagna la panoramica cresta della collina. La si segue tra i coltivi, su sentiero, fino ad una stradina asfaltata; si piega a sinistra e, mantenendosi sulla cresta, la si segue fino a superare la casa isolata detta Cà Rossa. Al successivo bivio si deve piegare a sinistra, sull’inghiaiata pianeggiante che si immerge nel bosco. Alla prima evidente diramazione si tiene ancora la sinistra, costeggiando la sommità del Bric Castel Martino. Qui, proprio sulla vetta, un tempo si ergeva il fortilizio omonimo di cui rimangono, a pochi metri, alcuni resti mozzati, oggi immersi nel bosco. Poco oltre, un’altra torre dominava il Bric Cisterna assicurando il controllo completo della via. Era questa, infatti, la via principale per Cortemilia, fino alla costruzione della strada napoleonica (ovvero quella attuale, realizzata per ovvie esigenze militari) ed è dunque questa la strada più antica e più percorsa nei secoli, già di probabile utilizzo romano. Una strada che, non a caso, da un versante scende a Cortemilia, arrivando proprio al castello e al vicino convento francescano, mentre dall’altro scendeva dritta (il tratto è oggi in parte lacunoso) per il convento di San Martino e, quindi, guadato il Belbo, giungeva a quello delle Grazie, per risalire a San Bovo e, da lì, sempre in linea retta, arrivare ad Alba. Dopo Castel Martino si ritrova l’asfalto e, con un paio di tornanti, si raggiunge la chiesetta dedicata a San Martino. Si segue il nastro d’asfalto che, perdendo rapidamente quota tra i terrazzamenti, scende verso gli imponenti ruderi del castello di Cortemilia.
La fortezza dei Marchesi Del Carretto di Cortemilia è tutt’ora una delle più imponenti e vaste fortificazioni delle Langhe. Se il Palacium è andato perduto, restano in piedi le poderose mura e la bella torre cilindrica di sei piani, di splendida fattura, oggi sbeccata. Qui si ricevevano i messaggi dei cinque “castelli” circostanti (probabilmente semplici torri di avvistamento, come quelle di Perletto, Bergolo, Gorrino e le due citate prima), posti a difesa e vedetta del fondovalle, crocevia di fiumi, commerci, pellegrini e, inevitabilmente, eserciti. Il controllo militare e capillare del territorio esercitato dai Del Carretto per secoli emerse in tutta la sua importanza strategica con la Campagna d’Italia di Napoleone che si trovò, infatti, a combattere ed espugnare una per una proprio queste fortezze.

Senonché nel Medioevo le artiglierie non esistevano e questi castelli erano, dunque, davvero imprendibili. Si costeggiano le mura del castello e, raggiunto un tornante, si abbandona l’asfalto per proseguire dritto su di un viottolo acciottolato, stretto tra i muretti a secco. Si torna sull’asfalto, ormai sul fondovalle, in prossimità dell’ex convento di San Francesco. Si piega a destra e, superata la sede comunale, si passa il ponte sulla Bormida che divide i due borghi storici di San Pantaleo (oltre Bormida) e San Michele (di qua da Bormida).
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NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.

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