RBT - Tappa 02: Montà - Monteu Roero

RBT - Tappa 02: Montà - Monteu Roero

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RBT - Tappa 02: Montà - Monteu Roero
Percorso lungo la dorsale della Rocche, ammirando estasiati il miracolo della “cattura” del Tanaro, che ci ha regalato quanto vedete davanti ai vostri occhi.
Punto di partenza di questa tappa Montà, centro rinomato per il pregiato tartufo bianco d’Alba, che trova il suo habitat nelle tartufaie naturali di rio Canneto e di Morinaldo. In paese è possibile cimentarsi nella ricerca simulata del tartufo con i trifolao locali o acquistarlo nelle botteghe gastronomiche locali. Numerose sono anche le cantine in cui è possibile degustare ad acquistare i vini DOCG Roero e Roero Arneis, così come le aziende apistiche che producono il miele nelle varietà di acacia, castagno o millefiori, mentre gli amanti dello shopping potranno godere di un centro storico ricco di vetrine di qualità e di due mercati settimanali, il giovedì e la domenica mattina.



Si parte dalla piazzetta della Vecchia Segheria, sede dell’Ecomuseo delle Rocche del Roero, ufficio aperto per informazioni su sentieri ed escursioni. Qui il nostro itinerario coincide con il “Sentiero S1 – Grande Sentiero del Roero”, di cui si possono seguire le indicazioni. Percorsa la centrale via Cavour e piazza San Michele, dove ha sede il municipio, si procede lungo il primo tratto di via Roma e si svolta in via Maccallè, in leggera discesa.



Al termine della via, sull’edificio a bordo strada, si nota un grande affresco che raffigura il volto di Benito Mussolini, realizzato nel 1936, ed è uno degli esempi più significativi di iconografia fascista sopravvissuto in Piemonte. Si prosegue in discesa su via Genova, lambendo le ultime case del paese, e si percorre un sentiero sterrato tra i vigneti, parallelo alla SP 29. Un brusco attraversamento ci fa cambiare vallata e direzione, percorrendo una discesa ombreggiata da una folta vegetazione verso la Val Diana (Vallis Dianae), un’area di boschi e anfratti già consacrata alla dea della caccia in età pagana.

L’itinerario prosegue poi serpeggiando in un lungo fondovalle umido che segue il corso del rio Canneto, tra rigogliosi habitat tartufigeni e, spesso, qualche zona fangosa in cui ristagna l’acqua piovana. Il percorso risale poi versanti vitati e, con un’ultima decisa salita, incrocia le ultime cappelle esagonali del percorso della Via Crucis del Santuario dei Piloni, antico luogo di devozione pre-romano, su cui si innestò il culto cristiano. Un luogo suggestivo con un panorama a 360° sulle colline circostanti, che merita sicuramente una visita più approfondita. Le cappelle, citate a partire dal 1774 e rifatte nel 1897 in forma esagonale, contengono gruppi statuari raffiguranti le scene della Passione di Cristo e portano, con una breve deviazione sul “Sentiero Religioso”, alla Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo Minore, che conserva nella facciata tardoromanica due volti marmorei d’età romana e resti di decorazione laterizia duecentesca.

Tornando sul percorso principale, si rimane in cresta in direzione di Santo Stefano Roero, su una dorsale collinare che si apre a sinistra su ampi e selvaggi anfiteatri di Rocche e dirupi, dove troviamo la tipica vegetazione di sommità del Roero: castagni, pini silvestri, erti vigneti. Le Rocche sono una costante di questo tratto di sentiero ed in generale del “Grande Sentiero del Roero”, che attraversa gli ambienti sabbiosi di questo fenomeno geologico lungo oltre 40 km. La genesi delle Rocche risale a circa due cento cinquanta mila anni fa e ha origine dai cambiamenti geomorfologici del territorio dovuti al fenomeno erosivo detto “Cattura del Tanaro”. In origine, il fiume Tanaro scorreva verso nord, confluendo nel Po nei pressi di Carmagnola. Per l’opera di erosione di un altro fiume, il Tanaro deviò il suo corso iniziando a scorrere verso l’Albese. Questo evento segnò una vera e propria “cattura” del corso originario del fiume, dando il via ad una serie di sconvolgimenti molto forti e movimenti tellurici nelle vallate di scorrimento. I corsi d’acqua del Roero cominciarono ad arretrare verso la nuova valle del Tanaro, incidendo con forre profonde e calanchi pittoreschi i terreni sabbiosi. Gli affluenti ereditati dal vecchio corso si adattarono alla nuova situazione. Il risultato di questo fenomeno è unico: burroni, precipizi, guglie, pinnacoli, fossili e piramidi di sabbie giallastre si aprono ancora oggi tra le dolci colline del Roero, tanto delicate che frane e smottamenti continui modificano il paesaggio di anno in anno. Giunti al Bricco Bissoca, a quota 405 metri, dove si staglia un imponente acquedotto a forma cilindrica, il sentiero inizia a ridiscendere vertiginosamente, aprendosi sulla sinistra ad una suggestiva vista del borgo pedonale di Santo Stefano Roero. Giunti nella piazza Santa Maria del Podio, con il caratteristico costone di Rocca che si staglia a decorare la piazza, si può sostare nell’area attrezzata o nella trattoria locale, o proseguire l’itinerario sulla SP 110. Si costeggia il cimitero comunale e, poco dopo, superati due cippi commemorativi, si svolta a sinistra verso la borgata Carretta. Proprio questa piccola borgata l’8 marzo 1945 fu teatro di una vittoriosa battaglia combattuta dai partigiani, che qui avevano un accampamento, contro una colonna fascista di rientro a Torino dopo giornate di violenti scontri a Cisterna d’Asti. Si dice che i tronchi dei grossi castagni che fiancheggiano la strada siano ancora pieni di proiettili, tanti furono i colpi sparati in quella circostanza.

Oltrepassate le case in salita di Carretta, il sentiero scende in un fresco e piacevole zig zag tra castagneti secolari, incrociando il “Sentiero della Castagna Granda” e raggiunge la borgata Lambi, da dove si apre sulla sinistra un’altra veduta mozzafiato sul castello medievale di Monteu Roero, che domina una vallata incontaminata di boschi. Uno scorcio d’altri tempi, che evoca storie di briganti e banditi che nell’Ottocento cercavano vie di fuga attraverso questi isolati sentieri, come successe in borgata Lambi, dove l’efferato brigante Delpero compì scorribande ed omicidi. Giunti sulla strada asfaltata si prosegue in direzione di Monteu Roero, e raggiunta la SP 29, di ingresso al paese, si svolta subito a destra verso il cimitero comunale.
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NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.

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