RBT - Tappa 03: Monteu Roero - Pocapaglia

RBT - Tappa 03: Monteu Roero - Pocapaglia

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RBT - Tappa 03: Monteu Roero - Pocapaglia
Questa parte di percorso ci porta a pedalare sullo storico “Grande Sentiero del Roero”, che si snoda lungo la dorsale delle Rocche, immersi nella “Silva Popularis”, l’ultimo grande bosco della Pianura Padana.
Da piazza Roma, a Monteu Roero, si seguono le indicazioni del sentiero “S1 - Grande Sentiero del Roero”, superando il ponte sulle Rocche e svoltando a sinistra in direzione del cimitero comunale. Costeggiato il cimitero, la strada asfaltata prosegue pianeggiante tra campi coltivati, serre e noccioleti adiacenti alla località Serramuana.



Una brusca deviazione a sinistra immerge l’itinerario in una riparata zona boschiva e ridiscende nei pressi di Cascina Sacargena, già ai margini del comune di Montaldo Roero, il più piccolo e meno popoloso dei borghi di sommità delle Rocche, che però non raggiungeremo se non con una digressione voluta. Il sentiero, infatti, si tiene ai margini del suo territorio, caratterizzato da boschi, vigne e frutteti (in particolare l’albicocca, a cui è dedicata una sagra che si tiene nel mese di giugno), su cui svetta la torre cilindrica medievale. Emblema del paese, è un’imponente costruzione alta una trentina di metri e con diametro superiore agli otto metri e mezzo, fatta erigere dai Roero verso il 1374 accanto ad un più antico castello che era appartenuto ai De Montaldo, castellani del vescovo d’Asti, scomparso nel ‘700.



Da Cascina Sacargena l’itinerario prosegue sulla SP 253 in direzione di Montaldo Roero e, nei pressi di un ampio bivio, svolta a destra sulla SP 119 in direzione di Baldissero d’Alba. Da questo punto inizia un tratto di circa 2 km su strada provinciale e converrà tenersi a bordo strada, nella direzione di marcia delle auto: benché a ridotto traffico veicolare, meglio procedere in sicurezza! Si segnala la possibilità di dimezzare il tratto sulla provinciale seguendo il Sentiero S1, che si immerge in una zona boschiva a dirupo sulle Rocche, e si ricongiunge alla SP 119 dopo circa 1 km. Lungo la strada, sempre in piano, ci si trova immersi dapprima tra campi di grano e noccioleti, per poi costeggiare ampi castagneti monumentali, con imponenti esemplari a bordo strada che ombreggiano piacevolmente il percorso. Il castagno, molto diffuso in tutto il Roero a partire dall’età romana, è oggi presente in maniera significativa nei soli comuni sulle Rocche. Piante che connotano fortemente il paesaggio, hanno la particolarità di crescere ad una quota di 300 metri, altitudine inferiore rispetto alle altre aree vocate alla castanicoltura. La varietà locale viene chiamata “castagna della Madonna” perché il suo raccolto inizia in prossimità della festa della Madonna (8 settembre); una maturazione precoce, che ha sempre permesso lo smercio dei frutti come redditizia primizia. Come dicono ancora gli anziani contadini: “era l’unica coltura che non costava nulla. Si raccoglieva e basta: come manna che cadeva dal cielo”. Oggi la coltura del castagno è minacciata da malattie che intaccano la consistenza di questo patrimonio; resistono tuttavia estesi areali di castagneti storici, con tronchi che superano i 5-6 metri di circonferenza.

Tornando al percorso, raggiunto l’abitato di Baldissero d’Alba, si svolta a sinistra alle prime case per raggiungere la rotatoria che fa da incrocio con via Roma. Alzando lo sguardo si nota, nel punto più alto del paese, la silhouette del castello neogotico dei Colonna con le sue torri merlate. Si prosegue tenendo la destra sulla SP 119, in leggera salita, e, dopo poche centinaia di metri, si svolta a destra, in prossimità di un pannello informativo. Da qui il percorso, che coincide con l’S1, si fa sterrato ed attraversa campi coltivati fino a chiudersi di nuovo in un fitto bosco che lambisce le Rocche del Roero. Il tratto regala viste mozzafiato e ci fa superare numerose balconate a precipizio sui dirupi delle Rocche, protette da staccionate in legno. Il dislivello in questo tratto è notevole e il bordo del sentiero si affaccia a sbalzo sui burroni, consolidato dalle radici di temerari pini silvestri e querce aggrappati alle sabbie.

Usciti dal bosco, tra cascine isolate e campi, si raggiunge un’area residenziale periferica del comune di Sommariva Perno, si costeggia un complesso alberghiero e, nei pressi del Centro Sportivo del Roero, si svolta a sinistra sulla SP 10, che giunge in paese. All’intersezione con strada Sappelletto si lascia la strada principale che porta al centro storico (che si potrà visitare con un’apposita deviazione giungendo alla sommità del paese, dominato dall’imponente castello che fu dimora della Bela Rosin, Contessa di Mirafiori e Fontanafredda, sposa morganatica del Re Vittorio Emanuele II) e si svolta a destra, seguendo un lungo rettilineo tra villette e giardini curati. La strada continua, stretta ma asfaltata, in aperta campagna e, dopo qualche chilometro, si fa sterrata con fondo ghiaioso.

Si risale gradatamente il pendio collinare e ci si reimmerge in un vasto areale boschivo, che prosegue per svariati chilometri attraversando il fondovalle umido e seguendo gli strapiombi sulle Rocche del Roero. Si tratta di parte dell’antico bosco delle “fini superiori”: buona parte del territorio a nord-ovest delle Rocche è infatti occupato dalla Silva Popularis (da populus, pioppo), un’importante riserva boschiva già conosciuta ai tempi dei romani e che occupa ancora oggi una vasta superficie tra imponenti querce, pioppi, pini silvestri ed una ricca flora spontanea con tappeti di pervinche ed asfodeli.

Usciti dal bosco la strada ridiventa asfaltata e raggiunge la località Saliceto / Cravioli di Pocapaglia (toponimo dovuto alla presenza del capriolo, mammifero recentemente tornato ad abitare queste zone) e le sue case isolate. Alla rotatoria si svolta a sinistra in direzione di Pocapaglia, che si raggiunge dopo un lungo rettilineo che costeggia l’area Asfodelo e scende gradatamente in paese.

Superata la piccola area attrezzata di San Sebastiano, con una veduta che si apre a destra e sinistra su scenografiche voragini di Rocche a bordo strada, si sale verso il castello di Pocapaglia, cinto da un muraglione su cui cresce la pianta del cappero e, ammirando il magnifico portale esterno con altorilievi guerreschi che la tradizione attribuisce al Sansovino, si giunge nella centrale piazza Principessa Maria Pia.
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NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.

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