Pollenzo, tra storia e gusto

Pollenzo, tra storia e gusto

Itinerari urbani

Pollenzo, tra storia e gusto
Bra ha un vasto territorio costellato di tante frazioni, parte integrante del tessuto cittadino. Da una parte la strada corre verso le colline del Roero, lungo la dorsale delle Rocche, per addentrarsi tra i tanti borghi di questa parte di territorio. Dall’altra, ci si allarga verso la pianura cuneese, con l’immancabile catena delle Alpi sullo sfondo.

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Bra, city of art and culture, Bra city of Slow Food and today Slow City.

Bra, città d’arte e cultura, Bra città di Slow Food e oggi Città Slow.

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Ma la sorpresa più grande per i visitatori la riserva Pollenzo, piccolo borgo sulla strada che porta verso le Langhe. A soli 5 km da Bra, il centro, merita una visita senza fretta, per immergersi in una storia che parte da lontano.

L’antica Pollentia, questo il nome del borgo in epoca romana, era il più grosso centro abitato tra Alba Pompeia e Augusta Bagiennorum (l’odierna Bene Vagienna) e conserva in planimetria l’evidenza dell’anfiteatro romano su cui si erige l’antico concentrico di case nel cuore del paese. Passeggiando tra le abitazioni, infatti, si può intuire la struttura antica del borgo, mentre spostandosi a Palazzo Traversa, in centro a Bra, si possono ammirare rilevanti testimonianze di questo periodo.

Pollenzo è sicuramente meritevole di una visita anche per la rivisitazione neogotica albertina che coinvolse il borgo a partire dal 1762, anno in cui Pollenzo divenne proprietà di Casa Savoia. Nel 1832 il sovrano acquistò il Castello di Pollenzo e diede inizio ad un radicale ammodernamento del tessuto urbano del borgo, coinvolgendo nei lavori importanti artisti dell’epoca da Pelagio Pelagi ad Ernesto Mellano a Xavier Kurten per il parco. Ne scaturì quanto possiamo ammirare oggi: la piazza, la Chiesa di San Vittore, il Castello, la Torre, il Parco e l’Agenzia. Quest’ultima fu fortemente voluta dal sovrano, per gestire le varie attività agricole della casa reale e attuare esperimenti all’avanguardia in campo agricolo. Purtroppo, durante l’alluvione del ’94, il parco ha subito gravi danni ed è ancora in fase di recupero.

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Se parco e castello sono privati, così non è per l’Agenzia, tornata a nuova vita grazie a Slow Food, che qui ha scommesso sul futuro investendo in formazione. Questo piccolo borgo, infatti, è animato dalla vitalità di studenti di tutto il mondo, pronti a scoprire i segreti del cibo grazie all’Università di Scienze Gastronomiche.

Accanto, o meglio fisicamente sotto i locali dell’università, ecco anche la Banca del Vino, un percorso di visita innovativo tra le etichette dei più rinomati vini di Langhe Roero e dell’Italia tutta. Non a caso nelle cantine della vecchia Agenzia, nelle quali Staglieno, enologo reale, pose le basi per la vinificazione dei vini rossi piemontesi. 

Ultima nota, non per questo meno importante: dal 1997 Pollenzo è Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO all’interno del circuito delle Residenze Reali. Un must da includere in ogni itinerario di visita.

Testi di Pietro Giovannini
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