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La Langa del Dolcetto
Scopri di piùDogliani è da sempre divisa in due borghi: quello più antico sul torrente Rea e borgo Castello affacciato lassù a protezione e rifugio. I due borghi sono molto antichi, come racconta bene il Museo Civico-Storico Archeologico "Giuseppe Gabetti" che permette un affascinante viaggio dalla preistoria ai giorni nostri. Bello anche il curioso Museo degli Ex-voto, testimonianza della devozione popolare che qui risale indietro fino al 1600. Sono entrambi nell’area del Palazzo Comunale (l’ex-convento del Carmine), assieme alla bella e gustosa Bottega del Vino, ricavata nelle cantine.
Caso abbastanza raro, il borgo basso non è affatto la parte moderna, ma il primo antico abitato medioevale che conserva ancora le due porte urbiche (la porta soprana è praticamente intatta coi suoi stemmi e l’arco lapideo a sesto acuto) e un centro piacevole da esplorare a piedi nel dedalo di viuzze che si dipartono dalla Via Vittorio Emanuele e dalla raccolta Piazza Carlo Alberto.
Le doti umanistiche di suo figlio Giulio, uno dei più grandi editori italiani, le ritroviamo invece nella Biblioteca, edificio moderno di Bruno Zevi, donata alla città da Giulio in memoria del padre e concepita come spazio pubblico popolare per incontri e dibattiti in cui i libri costituiscono le scenografiche quinte: conta 20.000 volumi ed è, con il “Festival dei Nuovi Media”, il vero animatore culturale della città.
A Dogliani e dintorni, a partire dal Palazzo Comunale, moltissimi edifici e monumenti portano il segno inconfondibile di Giovanni Battista Schellino, eclettico architetto dalle forme ardite, soprannominato il “Gaudì delle Langhe”, di cui l’opera più affascinante resta forse l’immaginifico ingresso al cimitero cittadino.
Da non dimenticare poi extra muros la grandiosa Parrocchiale neoclassica dello Schellino e la secentesca Confraternita dei Battuti dell'architetto Gallo, poste una per ingresso al borgo.
Sia dalla Porta Sottana sia da quella Soprana si sale poi lungo le vecchie mura a Castello; ma anche dall’interno di Borgo ci si può arrampicare usando il bel percorso detto del Belvedere che è senz’altro più agevole in discesa. Volendo usare l'auto, dalla Piazza della Confraternita prendiamo dunque Via Salita al Castello che sale verde e ombrosa a sinistra della porta soprana.
Proprio in cima, oltre l’Arco Gabetti a sinistra dell’omonima via, immerse nel verde, ci sono ancora le fondazioni del castellaccio, andato perduto nelle solite contese cinquecentesche. La porta dei Gabetti ci introduce alla borgata di sommità: la vicina Piazza Grasso è un po’ il terminale delle varie vie che percorrono Castello.
La neoclassica Chiesa della Immacolata ci presenta uno Schellino meno eclettico e più rigoroso, così come nel restauro della Parrocchiale di San Lorenzo che, pur conservando evidenze romaniche in facciata, è stata internamente riplasmata in forme ottagonali.
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I tesori “segreti” di Cherasco
Scopri di piùIl fascino di Castello lo si trova girovagando tra i vicoli, cogliendo qua e là resti di mura, passaggi e archi inattesi, case antiche, palazzi e semplici abitazioni. Si può procedere a zonzo, fino al secolare ippocastano che domina il balcone del Belvedere con a sinistra la Torre Civica (o dell’Orologio), simbolo del paese, e il Castello a destra.
Quello che oggi viene chiamato “castello” è in realtà un torrione trecentesco poi rimaneggiato a fine Settecento a cui si appoggia la Casa dei Perno di Caldera del XVI secolo che, però, conserva una precedente bifora quattrocentesca, a riprova della complessa stratigrafia del luogo.
Si può quindi ridiscendere lungo i bastioni occidentali di Via Cesare Battisti verso la Porta Sottana, passando sotto l’edificio Ritiro della Sacra Famiglia, altro complesso lavoro dello Schellino, per girare quindi in Via Marenco e finire il percorso in Piazza Don Delpodio dove una targa ricorda il bombardamento subìto il 31 luglio 1944 che resta avvolto nel mistero siccome i testimoni videro un aereo con insegne naziste volare sopra la cittadina.
Un’ultima inattesa sorpresa di questa cittadina ben più “grande” dei suoi 5000 abitanti.
NOTA BENE: La competenza sulla manutenzione e sulla percorribilità dei vari sentieri è in capo ai comuni sede di percorso. L'Ente Turismo, pertanto, non risponde di eventuali disservizi, ma è volentieri a disposizione per raccogliere le vostre segnalazioni, così da poterli inoltrare alle autorità interessate.